venerdì 20 febbraio 2009

TRAGEDIA IN ACONCAGUA: si poteva evitare?


Come sempre fa notizia la tragedia in montagna. Mi riferisco alla morte della guida Federico Campanini, di genitori italiani ma che viveva a Mendoza, in Argentina, da dove partono tutte le spedizioni per l'ACONCAGUA (6970m). La cosa ridicola è che sulla Gazzetta di oggi, nota per l'incompetenza sulle storie di montagna, si parla solo di Campanini ! Non di Elena Sanin che faceva parte del gruppo guidato da Campanini e che è morta sul ghiacciaio dei polacchi dove il gruppo era finito perdendosi nella discesa.
E si parla solo dei soccorsi deficitari a quest'ultimo. Leggendo più attentamente: non si sa se siano partiti da Nido de Condores a 5.500m o da rifugio Berlin a 6010m (ci vogliono 2 ore e mezza per arrivare dal primo al secondo); si sa che il gruppo ha raggiunto la vetta alle 16.30, tardissimo. Lo dico con cognizione di causa, visto che avevo fatto da solo e senza guide questa via ed ero arrivato in cima alle 14.30, sempre con tempo pessimo ed ero sceso per la via diretta arrivando sfinito alle 17.30 a Nido de Condores per poi scendere al buio fino a 4.250m del campo base di Plaza de Mulas.. Anche io di azzardi quindi ne avevo fatti diversi quell' 11 gennaio del 2003...dopo soli 6 giorni di ascesa ,quindi senza il giusto acclimatamento.....
Ma che una guida esperta, con condizioni di neve e tempo pessimi voglia andare a tutti i costi in cima, magari pressata proprio dai clienti, mi pare una stronzata. Lo sanno tutti che i morti sull'Aconcagua si contano nella discesa, dove in mancanza di visibilità è molto facile finire a sinistra della direttissima di fuga e perdersi. Che poi non avessero un gps (bussola satellitare)
per poter scendere in sicurezza, mi pare un'altra stronzata, anche perchè la via è molto facile, non presenta ostacoli di sorta ed è l'unica soluzione per chi è stanco e in ritardo .....
Vero è che la mancanza di una barella ha del ridicolo, anche se normalmente la neve in questo periodo di stagione si trova solo nella famigerata Canaleta Final, 400m di dislivello molto ripidi con terreno friabile che va dai 6.550 ai 6970m, un autentico inferno che fa la selezione al punto che solo 1 su 5 di quelli che valicano il Portozuelo del Viento (6.300m) riesce poi a raggiungere la cima. E sto parlando della via nord-oeste, la più facile in Aconcagua. La Parete Sur, uno sperone di ghiaccio e roccia di notevole difficoltà fa molte meno vittime e sapete perchè ? Il businness del parco dell'Aconcagua porta più di 5000 persone nel periodo da gennaio a marzo, e molti di questi non hanno esperienza di alta quota e le agenzie non si preoccupano minimamente di vedere in che condizioni fisiche la gente si presenti a questa avventura. Chi affronta la parete sud invece è organizzato, nonchè scalatore esperto su roccia e ghiaccio-neve... due bivacchi al gelo il 6 e 7 gennaio hanno sfinito Campanini, mentre Mirko Attansasio e Matteo Refrigerato (sembra uno scherzo...)vengono salvati. Antonella Targa si era invece salvata rinunciando alla vetta ed era scesa con la seconda guida.

mercoledì 4 febbraio 2009

PRONTI ????


Febbraio: il mese dove i contatti si intensificano per trovare un accordo.... il mese dove i sogni cominciamo ad avere una forma e per i più fortunati anche diventare realtà.
Appuntamento ad Adria domenica 8 febbraio per un test con la gt3 cup del team Bonaldi motorsport; chissà se la ruggine dei mesi invernali sarà in parte lavata via dal sudore di 4 turni da 20'. Di certo una goduria ritornare al volante di questo mostro.
Sono già gasatissimo. Di fatto non so ancora se sarà una Ferrari o una Porsche la mia compagna di giochi quest'anno.....eh si ,questi sono problemi..